Una delegazione di iRS indipendentzia Repubrica de Sardigna guidata da Stefania Taras (responsabile di iRS e consigliera comunale di S: Teresa di Gallura) ha partecipato ieri ad Ajaccio alla manifestazione unitaria per una soluzione politica del conflitto tra il popolo corso e lo stato francese, fortemente voluta dai ragazzi della Ghjuventù indipendentista che un mese fa hanno fatto uno sciopero della fame a Corte.
Per la prima volta nella storia della Corsica le rivendicazioni che prima appartenevano solo agli indipendentisti oggi sono votate e appoggiate dalla maggioranza del Consiglio Regionale della Corsica, quindi dalla maggioranza dei Corsi. Per la prima volta anche i partiti non indipendentisti hanno riconosciuto e votato le rivendicazioni di Corsica Libera. Alla Manifestazione hanno aderito ufficialmente e partecipato la maggioranza dei Consiglieri Regionali della Corsica ( Jean-Christophe Angelini, Michel Castellani, Emanuelle De Gentili, Pierre Ghionga, Josepha Giacometti, Maria Guidicelli, Mattea Lacave, Saveriu Luciani, Nadine Nivaggioni, Jean-Marie Poli, Gilles Simeoni, Jean-Guy Talamoni, Hyacinthe Vanni).
Questo è un messaggio chiaro che Parigi non può ignorare. L’FLNC dopo 40 anni di lotta armata che è costata la vita e la prigione a molti compagni corsi ha fatto il primo passo, un grande passo difficile e coraggioso, dichiarando l’uscita dalla clandestinità per trovare una soluzione politica al conflitto. Ora il passo lo deve fare lo stato Francese riconoscendo i quattro punti votati a maggioranza dall’assemblea di Corsica:
– La coufficialità della lingua corsa;
– L’istituzione dello statuto di residenza in Corsica: per poter acquistare un immobile in Corsica sono necessari dieci anni di residenza, in maniera da bloccare la speculazione edilizia e immobiliare;
– L’introduzione di uno statuto fiscale in modo che tutte le aziende che operano in Corsica paghino le tasse in Corsica.
– L’amnistia per tutti i prigionieri politici
iRS è solidale con le rivendicazioni del Popolo Corso e appoggia pienamente l’attuazione di un processo democratico e pacifico che porti la Nazione Corsa alla libertà dando ai Corsi gli strumenti per poter decidere del proprio destino.
La soluzione al conflitto deve passare per una via politica e nel contesto Europeo e deve contare nel coinvolgimento della comunità internazionale per questo Parigi è obbligata a negoziare e non può tirarsi indietro.
Quella di Sabato è stata senza dubbio una delle manifestazioni più partecipate che si siano mai svolte in Corsica, con un corteo di oltre tremila persone. Un segnale chiaro espresso e manifestato da tutto il Popolo Corso e dalle sue istituzioni. Ora la palla passa a Parigi.
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