(Unità Naziunale – 5 juillet 2017 – 20h00) L’indépendantiste Sarde Salvatore ‘Doddore’ Meloni âgé de 74 ans, est décédé aujourd’hui, après presque 70 jours de grève de la faim et de la soif.
Il 28 aprile scorso ha varcato la soglia del carcere agitando la bandiera dei Quattro Mori
Le 21 juin dernier un journal alertait l’opinion sur son cas « Doddore rischia di morire in carcere. Se appena si porta un po’ d’acqua alle labbra, il suo corpo la rifiuta, prova conati di vomito. Ma cosa deve vomitare? Sono 54 giorni che non mangia e non beve »
Incarcéré le 28 avril dernier, suite à une condamnation de 5 années de prison pour « fraude fiscale » selon l’accusation, en fait il n’avait voulu payer les taxes sur sa société à l’état italien qu’il ne reconnaissait pas en tant qu’indépendantiste. Il était dans l’attente de plusieurs procès (environ 25) pour les mêmes raisons. L’Etat italien n’avait pas voulu réunir les procès en un seul. Lors de son incarcération il avait pris pour seul document une biographie de Bobby Sand, militant Irlandais décédé en prison, et un drapeau à 4 têtes de Maure, le drapeau de sa patrie.
Il aurait déclaré qu’il ne paierait pas d’impôts en Italie, qu’il considérait comme un «pays étranger».
Il y a 30 ans il avait été condamné à 9 ans de prison, quand il appartenait à « il Partito Sardo d’Azione » pour un « coup d’état », suite à la découverte d’explosif dans sa maison. Il avait aussi été accusé d’un attentat contre la compagnie de navigation (Cagliari della Tirrenia).
Dans une interview quelques années après il avait révélé que les patriotes sardes s’étaient entraîné chez le Colonel Gheddafi (Mouammar Kadhafi) en Libye.
En septembre 2008, avec une centaine de militants du Partitu Indipendentista Sardu, il a occupé l’île de « Mal di Ventre », et s’est proclamé Président de la République de « Malu Entu » (nom sarde de l’île). A cette occasion il avait écrit au Secrétaire Général de l’ONU pour demander l’admission de la République de Male Entu à l’Organisation des Nations Unis.
« Je suis choqué par les nouvelles de la mort de Doddore, pour son ultime sacrifice », a déclaré le secrétaire régional du parti Sardes Frannciscu Seddon, alors que le député Roberto Capelli cd parle de « la honte de l’ Etat. »
I Scrianzati
Cunduleanze afflite à i so amichi, parenti, è militanti
CUNDOLU MANNU DE SARDIGNA NATZIONE INDIPENDENTZIA E DE CADA MILITANTE, per la perdita del patriota Doddore Meloni. Condoglianze sentite e particolari alla famiglia e condoglianze anche a tutti coloro che l’avevano in stima personale e/o politica. L’apparato giudiziario delle stato che occupa la Sardegna, non rispettando le sue stesse leggi, non ha concesso a Doddore ciò che è di normale diritto per gli altri giudicati nelle sue stesse condizioni fisiche e di età, di fatto ne ha causato la morte. La giustizia italiana non ha voluto permettere a Doddore di avere un ragione per sospendere lo sciopero della fame, del quale lui riteneva fermamente giusti i motivi, era consapevole della funesta conseguenza alla quale avrebbe portato. Adesso nella trincea indipendentista manca un patriota, ma la grande lotta andrà avanti finché la natzione sarda non sarà sovrana nella sua terra, liberata dell’ultimo dominatore che la sta occupando.
Sardigna 05-07-2017 annu 156° Dominazione Italiana
( Sardigna natzione Indipendentzia)
E’ morto Doddore Meloni
Quello che nessuno avrebbe voluto è successo. Doddore Meloni è morto portando avanti sino alle estreme conseguenze il suo sciopero della fame e della sete per protesta contro lo Stato italiano per una detenzione crudele, iniqua e ancor più punitiva in quanto sardo, ribelle e indipendentista.
Così Sardigna Libera scriveva nel comunicato stampa di maggio e di giugno dopo l’arresto di Meloni:
Doddore Meloni deve tornare a casa
Doddore Meloni, nonostante anziano e malato, resta in carcere.
Il carcere per come è strutturato non dovrebbe essere luogo dove espiare pene, dove intraprendere un cammino di rieducazione e di preparazione al reinserimento nella società per nessuno, ma ancor meno per gli anziani, per i quali il tempo su cui possono ancora contare acquista un valore particolare.
Eppure c’era una volta una Legge che contemplava gli arresti domiciliari come alternativa al carcere per gli ultrasettantenni, al di là delle condizioni di salute.
Era la Legge 251 del 5 dicembre 2005, la Salva Previti. Una legge sempre in vigore ma formulata su misura per un potente uomo politico, un uomo di Stato. Una Legge ad personam che per sua natura non poteva essere applicata sui poveri coetanei “sporchi, brutti e cattivi” del super politico Previti. Sono le bizzarrie di uno Stato poco credibile.
Doddore Meloni, poco importa quali siano i reati per i quali è stato condannato, di certo non è un pericolo per la società. Ciò che dovrebbe essere la priorità per uno Stato democratico, è la tutela dei diritti del cittadino che ha perso momentaneamente la libertà, ancor più se ammalato e anziano.
In una società civile ciò che deve prevalere è la tutela dei diritti dell’uomo, non solo quando si tratta di colletti bianchi, ma ancor più quando si tratta di colletti blu.
La legge italiana che sino ad oggi ha discriminato i coetanei di Previti, sarebbe giusto applicarla anche in Sardegna, a meno che il Sistema Giudiziario italiano, non abbia preso atto che la Sardegna non è Italia.
Sardigna Libera – Claudia Zuncheddu